Palazzo Massimo alle Terme ospita una ricca collezione di busti, statue e gioielli che consentono di creare il percorso tematico che ripercorrerà la storia di Roma dalla repubblica al tardo impero, puntando l’attenzione  su i suoi protagonisti dei quali si analizzeranno, abbigliamento, ornamenti ed acconciature; queste ultime sono in archeologia un importante elemento di datazione per i ritratti privati che seguono le mode lanciate da imperatori ed imperatrici.

L’iconografia ufficiale è sobria e semplice nei ritratti di Augusto che porta capelli lisci e corti, come nella scultura che lo ritrae nella solennità di Pontefice Massimo, e nei ritratti dei principi della famiglia giulio−claudia, ma muta decisamente con Adriano che porta la barba, come i filosofi greci, e capelli più lunghi, ricci.

L’iconografia di Adriano si ritrova negli imperatori successivi tra cui Marco Aurelio fino a Settimio Severo, dopo il quale ritornano di moda capelli e barba cortissima.

Per quanto riguarda le acconciature femminili si assiste all’evoluzione e complicazione delle acconciature, al pari della società romana, dalla pettinatura con “nodus” la prima pettinatura romana, che non ha precedenti nel mondo greco, detta anche all’Ottavia (la sorella di Augusto) ma visibile anche nei ritratti della moglie Livia, alla pettinatura con riccioli e boccoli di Agrippina Minore che preannunciano le ricche acconciature del periodo flavio−traianeo tra cui quella della giovane Giulia di Tito.

Personalissimo il look di Sabina che adotta fogge assai diverse nel corso della sua vita.

Infine i toupet sono ormai in uso con Giulia Domna e le imperatrici del tardo impero.

Il piano interrato conserva una esemplificazione dei gioielli in uso nell’epoca imperiale: collane con pietre, preziose, anelli bracciali, bullae i ciondoli portafortuna indossati dai fanciulli fino ai 17 anni e retine d’oro per le acconciature femminili.